Il Consiglio di Stato in Grecia potrebbe dare un brutto colpo ai conti pubblici del paese, se sarà confermata l’indiscrezione sull’accoglimento del ricorso da parte delle forze dell’ordine contro i tagli agli stipendi, decisi dal governo alla fine del 2012, in cambio di 130 miliardi di euro di nuovi aiuti da parte della Troika (UE, BCE e FMI).
Stando ai calcoli, la sentenza creerebbe un buco di bilancio di 500 milioni fino a un miliardo di euro, annullando così l’avanzo primario da 800 milioni – ossia, il surplus fiscale, al netto della spesa per interessi – che il premier Antonis Samaras ha annunciato per il 2013. Non solo. Il governo dovrebbe trovare anche le risorse per rimborsare i tagli ritenuti incostituzionali per l’esercizio trascorso.
Per questo, i creditori della Troika temono contraccolpi sui conti pubblici e potrebbero chiedere al governo nuove misure di austerità, le quali, tuttavia, difficilmente potrebbero essere decise e approvate in questo clima politico pre-elettorale (a maggio si vota per le europee), oltre che per la debolezza di una maggioranza ormai sul filo di lana e che rischia di squagliarsi alla prossima prova in Parlamento.
Altra ipotesi che potrebbe comportare un danno erariale ancora più ampio e imprevedibile è l’apertura dei giudici ellenici anche sui ricorsi presentati da altre categorie professionali, come i professori universitari. In quel caso, l’aggravio potrebbe essere devastante per le casse pubbliche della Grecia.
E si allontana anche la prospettiva di rinegoziare il debito, visto che il commissario agli Affari monetari, Olli Rehn, ha escluso che la Grecia possa farne richiesta prima dell’estate.