Il prossimo martedì, il cancelliere tedesco Angela Merkel si recherà ad Atene, dove incontrerà il premier Antonis Samaras. Una visita ad alta tensione, visto che la Germania è considerata il Paese più ostile agli occhi della popolazione greca.
E il premier greco ha rilasciato un’intervista allarmante al giornale tedesco Handelsblatt, in cui comunica che il suo governo ha liquidità in cassa solo fino a novembre, per pagare stipendi, pensioni e creditori. Dopo ci sarà il default, qualora la nuova tranche di aiuti per 31,5 miliardi non sarà arrivata in tempo.
Samaras paragona l’attuale situazione della Grecia alla Repubblica di Weimar, la cui crisi economica e politica fu causa dell’arrivo al potere di Hitler. Infatti, spiega il premier, in Grecia ci sarebbe il rischio di forti disordini e di una piega estremista. Il suo governo, quindi, sarebbe l’ultimo interlocutore possibile per Berlino e l’Europa.
Proprio ieri si è tenuto l’ennesimo incontro tra il governo di Atene e i funzionari della Troika (UE, BCE e FMI), i quali hanno chiesto al primo ulteriori tagli per 2,5 miliardi (un punto di pil), cosa che l’esecutivo vorrebbe evitare. Senza tali misure, tuttavia, la Grecia non potrà ricevere gli aiuti, che vengono rinviati dalla scorsa primavera, a causa delle due elezioni di maggio e giugno e dall’impossibilità ad oggi di giungere a un accordo con i creditori.
Stando agli incontri, pare che il governo si preparerebbe a toccare pure gli agricoltori, finora rimasti esclusi dai sacrifici, mentre si annunciano tagli imponenti a tredicesime e quattordicesime nel settore pubblico e alle pensioni. Si tratta ancora, invece, sui licenziamenti nel pubblico impiego, con la Troika che ne vorrebbe subito per 15 mila dipendenti, mentre il governo vorrebbe barattare la misura con l’introduzione di un blocco totale del turnover.