Nelle sole prime due giornate della settimana, in Grecia sono stati ritirati 1,2 miliardi dalle banche. E’ quanto si apprende dal presidente del Consiglio di Stato, Panagiotis Pikrammenos, che sarà anche premier ad interim fino alle nuove elezioni del 17 giugno. E così, se nella sola giornata di lunedì i prelievi dai conti correnti erano stati intorno a 700 milioni, altri 500 milioni sarebbero stati già prelevati martedì. In tutto, i risparmiatori greci hanno già smobilitato lo 0,75% dei depositi complessivi del Paese, che ammontano a 170 miliardi.
E’ ovvio che la paura più grande si chiama “svalutazione”, che dovrebbe arrivare al 70%, qualora Atene tornasse alla dracma. Ma un altro timore dei greci è la proposta, poi subito ritirata, da parte del leader di Syriza, la sinistra radicale, di utilizzare i depositi per finanziare lo sviluppo. Ed essendo Syriza il partito che tutti i sondaggi indicano quale vincitore alle prossime elezioni, i risparmiatori si sono allarmati, mettendo in fuga i propri capitali.
In soli tre anni, i depositi sono scesi da 240 miliardi a 170 miliardi, come effetto della crisi e della scarsa fiducia di cui ormai gode il sistema bancario sconquassato del Paese. Gli istituti di credito hanno perso 28 miliardi per le sole perdite sui bond ellenici, per effetto del taglio del 53,5% del valore nominale dei titoli.
Ma quanto avvenuto all’inizio della settimana potrebbe essere solo l’anticipo, se si dovesse avvertire l’avvicinamento alla data di cambio della moneta da euro a dracme. In quel caso, milioni di persone si metterebbero in fila davanti agli sportelli e ai bancomat, facendo collassare le banche. Per questo, i più previdenti stanno già anticipando i prelievi.
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