Il funzionamento del meccanismo dell’Esm, il Fondo permanente salva-stati, è sempre più a rischio. Se già sembravano lunghi i tempi di attesa della sentenza costituzionale dei giudici tedeschi di Karlsruhe, adesso questi potrebbero slittare ancora di più. Un gruppo di accademici tedeschi euroscettici, Europolis, guidati da Markus Kerber, sostiene che i giudici costituzionali non potrebbero emanare alcuna sentenza, prima che si sarà espressa la Corte di Giustizia europea, chiamata in causa da un parlamentare irlandese.
Per questo, la decisione del prossimo 12 settembre potrebbe essere rimandata e con ciò alimentare la sfiducia dei mercati su una soluzione a breve della crisi. Infatti, senza il via libera di Karlsruhe, la Germania non potrà dare il suo contributo all’Esm, congelandone il funzionamento, visto che esso scatta al sì degli stati, rappresentativi di almeno il 90% dei capitali. E Berlino sola conta il 27%.
Insomma, un’ennesima grama tedesca, che rischia sin da oggi di mettere in fibrillazione i mercati. Ieri, lo spread BTp-Bund ha chiuso a 450 punti base, dopo il successo relativo dell’asta BoT da 8 miliardi, che ha visto crescere il rapporto di copertura a 1,69 dal precedente 1,55, ma al contempo ha esitato un lieve aumento dei rendimenti al 2,76% dal 2,697%.
In questo clima, il governo tedesco ha reso noto che l’incontro tra il cancelliere Angela Merkel e il premier italiano Mario Draghi, già concordato telefonicamente pochi giorni or sono, si terrà il prossimo 29 settembre. La prima è pressata dalla sua stessa maggioranza, che chiede che la BCE non sostenga l’acquisto dei bond periferici, mentre si da per certo l’addio di Atene all’euro entro l’autunno.