Alla sessione plenaria annuale del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale a Tokyo, il direttore generale dell’FMI, Christine Lagarde, ha bocciato senza mezzi termini le politiche di rigore intraprese dai governi europei, quale modo per uscire dalla crisi. La storia insegna, spiega la Lagarde, che è molto difficile ridurre il debito nel medio termine, se non si rilancia la crescita. Pertanto, il dg chiede che si percorra una via, in cui al primo punto vi sia la crescita, quale fattore per superare la crisi.
A tale fine, Washington propone politiche monetarie accomodanti, riduzioni ragionevoli e progressive nel tempo dei disavanzi fiscali, ordine nel sistema bancario e riforme strutturali.
Non fa mistero di non gradire la svolta il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, il quale si chiede come faccia il Fondo Monetario a suggerire esattamente l’opposto di quanto ad oggi abbia fatto per svariati anni. Al contrario, continua il tedesco, la disoccupazione nell’Eurozona sarebbe conseguenza di politiche fiscali non solide.
Intanto, secondo l’edizione online di To Vima, il governo greco sarebbe prossimo a un accordo con i tre ispettori della Troika (UE, BCE e FMI), riguardo al pacchetto di misure di austerità, necessario per ottenere il rilascio della tranche dei nuovi prestiti per 31,5 miliardi entro novembre.
Anche Lagarde ha chiesto che Atene usufruisca di ulteriori due anni di tempo per raggiungere gli obiettivi di bilancio, visto che ancora una volta nel 2013, il Paese vivrà il suo sesto anno consecutivo di recessione, con il pil previsto a -3,8%.