L’agenzia di rating Fitch ha declassato il debito sovrano della Spagna da A a BBB, con outlook negativo. Una dura retrocessione, che potrebbe presto portare a una nuova bocciatura dei conti iberici, qualora la situazione della Grecia dovesse precipitare tra pochi giorni, in seguito alle elezioni politiche ad Atene.
Secondo Fitch, il motivo più importante per declassare il Paese ha consistito nelle difficoltà del sistema bancario spagnolo, che potrebbe presto essere costretto a ricapitalizzarsi con aiuti pubblici per 60 miliardi, pari al 6% del pil interno e al doppio di quanto fosse stato preventivato.
Per questo, secondo l’agenzia, non disponendo Madrid di sufficiente manovra fiscale, essa sarà costretta a ricorrere ad aiuti internazionali, mentre sul piano macroeconomico, il suo pil potrebbe essere colpito dalla recessione fino a tutto il 2013. Le previsioni sono disarmanti, tanto che si prevede che il rapporto tra debito e pil arriverà al 95%.
Adesso, la Spagna è valutata A3 da Moody’s, che non ha mutato il suo giudizio da febbraio, mentre Standard & Poor’s l’ha declassata a fine aprile a BBB+.
E’ davvero triste pensare che fino agli inizi di questa crisi finanziaria, la Spagna apparteneva al cosiddetto “club della tripla A“, ma adesso è a soli due passi dal livello “junk” o “spazzatura”, così come l’Italia.
Restano così solo quattro le economie dell’Eurozona ancora con la massima valutazione di tutte e tre le agenzie: Germania, Olanda, Lussemburgo e Finlandia. Francia e Olanda, invece, hanno subito di recente un declassamento e sono uscite dal prestigioso team ristretto. Fuori dall’Eurozona, ma restando in Europa, a godere della tripla A sono solo Danimarca, Svezia e Regno Unito, anche se quest’ultimo stato traballa.
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