L’agenzia di rating Fitch ha annunciato ieri sera di avere declassato i conti pubblici italiani da A- a BBB+, mantenendo un outlook negativo. Si tratta della prima bocciatura dopo il risultato elettorale del 24-25 febbraio scorsi. E proprio all’esito delle elezioni è legato l’ennesimo “downgrade” ai danni del nostro debito, perché l’agenzia spiega come esso sia inconcludente e questo rappresenti un problema, visto che siamo nel bel mezzo di una recessione. Non solo. Fitch ha anche aggiornato le sue stime sul rapporto debito/pil italiano nel 2013, destinato a raggiungere il picco del 130%, contro una precedente previsione del 125%. E se Roma avrebbe fatto grandi passi in avanti sul fronte del risanamento fiscale, il deficit quest’anno dovrebbe in ogni caso attestarsi al 2,5%. Altro che pareggio di bilancio.
Dunque, il monito dell’agenzia è chiaro: all’Italia serve un governo al più presto. Parole del tutto simili a quelle utilizzate ieri al Quirinale dal presidente Giorgio Napolitano, il quale ha chiesto che il nostro Paese si doti di un esecutivo.
Sempre ieri sono rimbombate le dichiarazioni di pessimismo di due esponenti stranieri della politica e dell’economia, con riguardo alla permanenza dell’Italia nell’Eurozona. Si tratta del capogruppo dei liberali tedeschi al Bundestag, Rainer Bruderle, il quale ha parlato alla TV tedesca ZDF della possibilità che Roma abbandoni l’euro, in assenza di riforme. E anche l’economista Nouriel Roubini ha dipinto uno scenario cupo peri prossimi mesi, sottolineando come senza un governo in Italia e con il caos politico di queste settimane, i mercati europei potrebbero essere travolti da uno tsunami. E l’Italia rischia la sua permanenza dentro l’Area Euro, messa a dura prova da un eventuale e probabile scontro con la Germania.