Lo spettro delle migliaia di tagli prospettato da Fincantieri la scorsa settimana sembra essere stato scongiurato dall’incontro con parti sociali e governo di pochi giorni fa, nel corso del quale il discusso piano industriale è stato ritirato dall’amministratore delegato del gruppo per le grandi tensioni sociali suscitate dal suo annuncio, che aveva portato a disordini a Gevova e in Campania, cioè nei luoghi in cui si sarebbero dovuti chiudere i due cantieri navali.
Il ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, che molte voci dicevano pronto a fare la voce grossa al tavolo dei negoziati se l’azienda non avesse fatto marcia indietro spontaneamente, si è detto soddisfatto della decisione: «Il governo ha preso atto e apprezzato la decisione», ma ha anche poi aggiunto che la questione non è conclusa, perchè i problemi in cui versa Fincantieri restano e per questo «Nei prossimi mesi con i tavoli si potranno trovare soluzioni compatibili con livelli occupazionali adeguati». In sostanza quindi dei tagli ci saranno, ma essi saranno molto minori e soprattutto non sarà chiuso nessun cantiere.
Queste le parole dell’amministratore delegato dopo l’incontro: «Il piano presentato nei giorni scorsi non era una novità per nessuno. Sono una persona che si assume le proprie responsabilità ma con gli attacchi subiti da tutte le parti, da destra e sinistra, anche la mia forza viene meno. Ritiro il piano e spero che così si possano esorcizzare le tensioni».
In merito a possibili dimissioni di Bono, il ministro ha dichiarato: «Non ho avuto questa impressione»
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