La ripresa c’è ma è debole e soprattutto più lenta che nel resto del continente. Questo è, in estrema sintesi, quanto si può evincere dal rapporto congiunturale di Federmeccanica sull’andamento della produzione metalmeccanica nel nostro paese: infatti è aumentata dello 0,8% rispetto allo scorso trimestre e se si guarda al primo trimestre dell’anno scorso le cifre parlano di quello che sembra un ottimo + 6,7%. Il dato europeo nello stesso periodo smorza subito gli entusiasmi: il resto del continente ha avuto un aumento medio del 13,4 %.
Le parole del vicepresidente dell’associazione, Luciano Miotto, sono lapidarie e caldeggia un deciso cambio di marcia per l’Italia: «perché in Europa qualcuno viaggia sei volte più veloce di noi. [Ai livelli pre-crisi] si può arrivare entro il 2012, la Germania ha dimostrato che si possono recuperare 19 punti in poco tempo. Con lo 0,8% non si va da nessuna parte».
Lo studio poi sottolinea come i livelli pre-crisi siano ancora molto lontani, inferiori quasi del 25%, molto peggio della locomotiva tedesca che ha portato la sua produzione quasi a livelli di prima della crisi, dato che ora essi sono distanti solo 5 punti percentuali. Non meglio va l’occupazione: nel corso degli ultimi difficili anni si sono persi oltre il 7% dei posti di lavoro nel comparto, passando da 2.107.000 addetti a 1.956.000 lavoratori.
Continua Miotto: «Non posso costringere le famiglie a consumare, ma vorrei che almeno si facessero le infrastrutture. In un anno perdo sul passante di Mestre, in macchina, un mese di lavoro considerato che sono costretto a starci un’ora al giorno, un mese non pagato e costoso per la benzina. Domandiamoci quanto è costato»
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