La riapertura dei mercati finanziari sarà oggi un banco di prova, per verificare quale dei due effetti psicologici avrà prevalso tra gli investitori: il sollievo per una soluzione rapida alla crisi di liquidità delle banche spagnole o il panico per il contagio evidente della crisi dalla Grecia, con il rischio di un ulteriore allargamento pure all’Italia e nell’immediato.
E’ ovvio che i vertici europei e il governo spagnolo stiano rimarcando di gran lunga il primo effetto, con il premier Rajoy a parlare di credibilità dell’euro per una soluzione tempestiva e limitata al problema del sistema bancario iberico. La Spagna ha ottenuto fino a un massimo di 100 miliardi per rifinanziare le proprie banche, erogabili dall’Esm, il Fondo europeo permanente.
Tuttavia, quanto sta accadendo è il segno evidente che Madrid sta seguendo paurosamente il percorso già tracciato da Atene, sebbene gli aiuti riguardino per ora solo le banche. Non si può non notare che i miliardi che gli istituti riceveranno accresceranno l’indebitamento pubblico della Spagna, mentre allo stesso tempo si potrebbero avere problemi nella raccolta del risparmio per i titoli di stato, visto che l’Esm opererebbe in concorrenza con questi ultimi. E a parità di offerta di risparmio, i tassi saranno destinati a crescere.
Per questo, oggi più che mai sarà importante dare un occhio agli spread della periferia. Venerdì c’eravamo lasciati con il differenziale decennale Bonos-Bund a 484 punti base, mentre quello tra i nostri BTp e i titoli tedeschi era salito a 441 bp.
In poche ore saremo in grado di sapere se avrà prevalso tra gli investitori la sfiducia o piuttosto un clima di rasserenamento per il pericolo scampato di una crisi lancinante di Madrid. Sullo sfondo, però, resta l’incertezza delle nuove elezioni in Grecia, che si terranno domenica prossima.
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