In mattinata, alla riapertura dei mercati, l’euro cede circa mezzo punto percentuale, dopo che stanotte nelle borse asiatiche si è sparsa voce che il governatore della BCE, Mario Draghi, potrebbe annunciare un taglio dei tassi, dopo il board del 5 luglio. Ovviamente, prima di giovedì saranno solo indiscrezioni, visto che il comitato esecutivo è l’unico organo preposto a decidere una tale misura. Già si parla di un abbassamento dei tassi di riferimento di 25 punti base, portandoli dall’attuale 1% allo 0,75%.
Nonostante lo stesso governatore abbia finora scartato l’idea, i mercati si attendono un intervento di Francoforte, a causa della congiuntura molto negativa dell’economia, come dimostrerebbero gli stessi dati in peggioramento del mese di giugno nell’Eurozona.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe essere salito all’11,1% dall’11% di maggio e si tratterebbe del dato più alto dal 1990. Allo stesso tempo la produzione manifatturiera continua ad essere in contrazione, con l’indice fermo a 44,8, identico a maggio. E, tuttavia, valori sotto 50 indicano un’attività che si riduce.
A favorire la decisione di Draghi ci sarebbe anche il calo dell’inflazione, attualmente al 2,4%, ma che potrebbe presto portarsi intorno alla soglia del 2% (target massimo previsto dalla BCE, nel medio termine), grazie in buona parte alla riduzione del prezzo del petrolio.
Altra misura che potrebbe essere adottata dall’Eurotower sarebbe la riduzione dei tassi sui depositi presso la BCE. Attualmente, essi sono remunerati allo 0,25%, molto al di sotto la remunerazione sul mercato interbancario. Si parla di un taglio di 15 punti base o anche di un loro azzeramento. Tuttavia, non pare che l’interesse offerto abbia una qualche influenza sul livello altissimo dei depositi, legato principalmente alle preoccupazioni degli istituti, che si rifiutano di scambiarsi denaro tra loro.
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