Da oggi, il Fondo permanente di stabilità, l’ESM, sarà operativo, dopo lo stanziamento a Lussemburgo di 32 miliardi di euro di capitali. Entro la fine di ottobre, il Fondo disporrà concretamente di 200 miliardi, mentre complessivamente la sua dotazione dovrà portarsi a non meno di 500 miliardi. E ben presto l’ESM potrebbe essere costretto ad elargire i suoi primi aiuti in favore di banche e stati dell’Eurozona.
La Spagna è il beneficiario più probabile, anche se persistono dubbi sulle modalità con cui Madrid potrebbe essere aiutata, oltre che le sue banche.
I tedeschi e tutto il fronte germanico dell’austerity si oppongono agli aiuti diretti agli istituti spagnoli, mentre il governo Rajoy non sarebbe intenzionato a chiedere aiuto per il rifinanziamento del suo debito pubblico, qualora fosse costretto a sottoscrivere il duro Memorandum d’intesa, che di fatto commissarierebbe la Spagna.
Sullo sfondo resta la situazione sempre più critica della Grecia, con la Troika (UE, BCE e FMI) che non sarebbe in grado di esprimere alcun giudizio sul nuovo piano di austerità ellenico, prima dell’Eurogruppo del 18-19 ottobre. Tanto che fonti europee hanno fatto trapelare nei giorni scorsi la notizia che al vertice non sarebbe espresso alcun parere su Atene, con il possibile rinvio (l’ennesimo) della tranche di aiuti da 31,5 miliardi, necessari ad evitare il default.
Intanto, il quotidiano tedesco “Die Welt” ha esternato le preoccupazioni di Berlino e del presidente dell’ESM, il tedesco Klaus Regling, per cui la Grecia non solo non raggiungerebbe entro il 2020 l’obiettivo di un debito al 120% del pil, ma al contrario si attesterebbe per quell’anno al 140% di quel rapporto.