L’Italia dipende dall’estero per oltre l’80% del proprio fabbisogno energetico, contro circa il 55% della media Ue. Il disavanzo del settore energetico nel 2010 ha pesato per 52 miliardi di euro sulla bilancia commerciale, un importo pari al 3,3% del Pil, mentre l’avanzo per gli altri beni è stato di 22 miliardi di euro.
Nei primi nove mesi del 2011 l disavanzo energetico è stato di circa 45 miliardi, mentre per gli altri prodotti si è registrato un avanzo di circa 22 miliardi di euro. Le fonti rinnovabili di energia, quasi interamente localizzate sul territorio, costituiscono un’importante elemento di risparmio nei conti con l’estero, con un contributo di oltre il 50% alla produzione nazionale di energia primaria, che per il 2010 equivale a un risparmio stimabile in 6-7 miliardi di euro di importazioni. La scelta tra le diverse fonti di energia non è, tuttavia, indifferente. L’Istat stima, ad esempio, che l’importazione di componentistica per pannelli fotovoltaici, da sola, nel 2010 abbia determinato un passivo commerciale di circa 8,4 miliardi di euro (era 2 miliardi nel 2009), quasi interamente concentrato nei flussi provenienti da Germania e Cina.
In questa prospettiva, l’efficienza energetica nei comparti energetico, industriale e residenziale è, sicuramente, un risultato da perseguire con decisione, anche per la realizzazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2020, che includono anche un aumento del 20% dell’efficienza energetica.
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