Sono bastate poche parole, pronunciate ieri dal governatore della BCE, Mario Draghi, a fare impennare i listini delle borse europee, tanto che Piazza Affari ha chiuso in positivo del 5,7% e Madrid del 6%. Forte anche il calo dello spread, con il differenziale BTp-Bund sceso improvvisamente da 520 a 475 punti base. La ragione di tanta, forse eccessiva, euforia sta nel fatto che Draghi ha preannunciato l’intervento di Francoforte, a sostegno dei titoli di stato.
Il governatore ha palesato poi l’esistenza di un ulteriore margine di manovra sui tassi e così al prossimo consiglio direttivo del 2 agosto, un pò tutti si attendono un abbassamento dei tassi dall’attuale 0,75% allo 0,25%.
Ma tornando ai titoli di stato, Francoforte potrebbe tornare al “Securities Market Programm”, ossia all’acquisto di bond, sospeso cinque mesi fa, dopo lo stop imposto dal fronte tedesco interno al board. Questa volta, la resistenza dei tedeschi e degli altri falchi è minore, per via del timore paventato dallo stesso Draghi, che gli alti spread possano compromettere la tenuta dell’euro intero.
Un’altra ipotesi di cui si vocifera è la possibilità che la BCE vari una terza asta Ltro a tre anni, pompando liquidità alle banche, nella modalità a rubinetto e al costo dell’1%. Vale la pena ricordare, tuttavia, che le prime due aste hanno sortito solo effetti temporanei. Ma i mercati ci credono e attendono le prossime mosse.
Il governatore sembrerebbe, però, un pò intimorito dall’eccesso di aspettative suscitate dal suo intervento di ieri, anche se confida di centrare l’obiettivo di stabilizzare i mercati nel difficilissimo mese di agosto.