Il tasso di disoccupazione negli USA è sceso al 6,6% nel mese di gennaio dal 6,7% di dicembre. Il dato arriva dalle “non farm payrolls” del Dipartimento del Lavoro, secondo cui nel mese scorso sono stati creati 113 mila posti di lavoro non agricoli. Si tratta di un dato inferiore alle attese di nuovi 180 mila posti di lavoro, anche se va detto che le cattive condizioni meteo in varie zone americane tra dicembre e gennaio potrebbero spiegare in buona parte la performance deludente. In aumento anche il tasso di partecipazione alla forza lavoro, salito al 63% dal 62,8% di gennaio. Complessivamente, la lettura dei dati sull’occupazione mostra un aumento dei lavori a tempo indeterminato e full time, mentre sarebbero in calo quelli a tempo parziale.
Il dato di gennaio, per quanto inferiore alle attese, si avvicina al target del 6,5% che la Federal Reserve ha fissato per stabilire la tempistica della svolta sui tassi. Quando il tasso di disoccupazione sarà sceso stabilmente sotto il 6,5% o quello d’inflazione si sarà portato oltre il 2%, i tassi saranno alzati.
Ma se la disoccupazione scenderà sotto il 6,5% già nei prossimi mesi, è improbabile che ci sarà già il rialzo dei tassi, atteso per la seconda metà del 2015, successivamente alla conclusione del “tapering”.
La Fed, guidata dal nuovo governatore Janet Yellen, potrebbe prendere come riferimento per l’occupazione un paniere di dati, non il solo dato sulla disoccupazione. Anche perché il mercato del lavoro USA non sembra ancora essersi realmente ripreso del tutto dalla crisi di questi anni, anche se il dato di gennaio indica la percentuale più basse di senza lavoro dal 2008.