Sentenza storica ieri a Milano, dove il giudice monocratico Oscar Magi ha condannato Deutsche Bank, JP Morgan, Ubs e DepfaBank a un milione di euro di risarcimento ciascuna e a una confisca complessiva per altri 87 milioni (23,9 milioni ai danni di Depfa, 24,3 milioni per Deutsche Bank, 24,7 milioni per JP Morgan e 16,5 milioni per Ubs). Condannati anche nove dirigenti dei suddetti istituti a pene (sospese) tra 6 e 8 mesi e mezzo. Trasmesso alla Procura il fascicolo relativo ad Angela Casiraghi, ex dirigente capo del settore finanza del Comune di Milano.
I fatti risalgono al 2005, quando Palazzo Marino sottoscrisse un prestito obbligazionario da 1,6 miliardi e che secondo l’accusa produsse perdite a carico dell’ente per 100 milioni, dettate dalla difficile lettura del contratto. In sostanza, l’accusa aveva eccepito scarsa trasparenza delle banche nei confronti del Comune, anche a causa della mancanza di personale esperto alle dipendenze degli enti pubblici italiani.
Palazzo Marino aveva già patteggiato un accordo con gli istituti, la primavera scorsa, con cui questi si sono impegnati a versare nelle sue casse 450 milioni di euro, di cui 40 milioni già versati e il resto lo sarà in futuro con la sottoscrizione di BTp e conti deposito.
La sentenza di ieri è considerata storica, visto che esiste un solo precedente del genere in Gran Bretagna e risale agli anni ’90, quando un giudice invitò gli enti pubblici a non sottoscrivere più accordi con le banche per contratti derivati.
Ma in Consiglio c’è ancora polemica sul caso e il capo-gruppo della Lega Nord, Alessandro Morelli, ha chiesto le dimissioni del direttore generale del Comune, Davide Corritore, il quale, tuttavia, ha respinto qualsiasi responsabilità, alla luce anche degli accordi transattivi tra Palazzo Marino e banche.
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.