Nel mese di ottobre, il debito pubblico italiano ha sfondato la soglia dei 2 mila miliardi di euro, attestandosi a 2.014,693 miliardi, pari al 126,4% del pil. Lo conferma l’ultima pubblicazione della Banca d’Italia. Rispetto al mese precedente, l’indebitamento è cresciuto di 19 miliardi. In termini sia assoluti che percentuali si tratta del livello più alto di sempre. Il record si era vissuto nel 1995, quando la montagna del debito era esplosa fino al 121,5% del pil. E pensare che ancora nel 1970 si attestava appena al 40%.
E il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, interviene proprio sulle finanze pubbliche, sostenendo che anche il prossimo governo dovrebbe proseguire l’opera di risanamento dei conti, mentre ritiene che ci sia almeno il 50% di probabilità che la ripresa arrivi alla fine del 2013, cioè al terzo o quarto trimestre del prossimo anno.
Il governatore conferma che il calo dello spread degli ultimi mesi corrisponde a una migliore capacità di accesso al credito da parte del Tesoro e anche nel lungo periodo, grazie al ritorno degli investitori stranieri. E smentisce che l’Italia debba avere bisogno degli aiuti della BCE, tramite il programma Omt. Esso è previsto per i momenti di tensione, spiega il numero uno di Via Nazionale, mentre l’Italia li ha vissuti, ma adesso è in una fase più serena.
Infine, Visco invita le imprese nel futuro a fare meno affidamento al capitale bancario e più ai mercati dei capitali per finanziarsi, anche se il peggio è stato evitato con l’intervento della BCE.