Peggiora molto rapidamente il debito pubblico italiano, che secondo l’Eurostat è salito al 133,3% del pil nel secondo trimestre dell’anno, in crescita del 3% dal 130,3% della fine del primo trimestre. Peggio di noi fa solo la Grecia, che a giugno aveva un debito del 169,1% del pil. Subito dopo dietro a noi ci sono Portogallo (131,3%) e Irlanda (125,7%). Complessivamente, poi, peggiora il debito dell’Eurozona, che passa al 93,4%, segnando un incremento dell’1,1% su base trimestrale e di 3,5% su base annua. In tutti questi dati, tuttavia, se ne registra uno positivo: la Spagna sarebbe uscita dalla recessione, avendo segnato nel secondo trimestre di quest’anno una crescita del pil dello 0,1% rispetto al primo trimestre. Pochissimo per poter affermare, in effetti, che la recessione a Madrid sia finita, ma il dato è indicativo, anche perché la disoccupazione è in calo e nel terzo trimestre ha segnato il tasso più basso dall’inizio della crisi, dopo che nel secondo trimestre era al 26,3%.
Intanto, la classifica del Fondo Monetario Internazionale ci vede fuori dalle prime otto economie già da quest’anno. L’Italia farà sempre parte del G8, ma solo per ragioni politiche. Infatti, se nel 1975 era al sesto posto per pil nel mondo, già oggi è all’ottava posizione, superata da tempo da Cina e Brasile, mentre quest’anno anche la Russia dovrebbe sorpassarci con un pil di 2.117 miliardi di dollari, superiore al nostro 2.068 miliardi.
E nel giro di 5-10 anni, se i ritmi di crescita del Bel Paese continueranno ad essere stagnanti, l’Italia potrebbe essere scalzata anche dalla top ten delle economie mondiali, superata da paesi come Canada e India.