L’Italia deve assolutamente vincere la sfida e raggiungere l’obiettivo che si è impegnata a perseguire in sedi internazionali, nonostante per molti aspetti sia indietro rispetto al top del settore: dovremo generare infatti da fonti rinnovabili, quali solare, eolico, idroelettrico e quant’altro il 17% del fabbisogno energetico del paese entro il 2020.
Agostino Conte, vicepresidente del Comitato energia e mercato di Confindustria, in merito al recente incontro con il governo, sostiene che è un «giusto approccio per razionalizzare il sistema di incentivazione, garantendo sia il contenimento dei costi al 2020, sia la certezza del quadro normativo, indispensabile per programmare gli investimenti».
Non tutti però la pensano così, infatti alcune organizzazioni di imprenditori hanno addirittura ventilato l’ipotesi di un ricorso alla corte costituzionale, lamentando il rischio di perdere 10mila posti di lavoro, il blocco di investimenti per 40miliardi di euro e un blocco degli ordini per un valore pari ad ulteriori 8 miliardi .
Conti risponde così a chi sostiene queste tesi: «Non vogliamo mortificare la nascente industria nazionale: anzi, va realizzata una vera industria del fotovoltaico. Ma sarebbe opportuno un approccio alla tedesca, con un plafond di installazioni annuali». Le risorse inoltre non devono essere solo investite nelle energie rinnovabili, ma anche in tutti quei settori che potrebbero essere coinvolti indirettamente nel business, per favorire la capacità produttiva e la loro efficienza. In merito alle tecnologie per l’efficienza energetica, Conti sottolinea «secondo una studio Confindustria, ha generato una filiera tecnologica di quasi 3 milioni di addetti, dall’edilizia, all’automotive, all’elettronica».
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.