L’Unione Europea starebbe preparando un piano B per il caso in cui nei prossimi due mesi Atene fosse costretta ad uscire dall’Eurozona. Lo riporta il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, secondo cui a Bruxelles si teme che la Troika, composta da UE, BCE e FMI, possa non consigliare di stanziare nuovi aiuti tra un mese, quando saranno a quel punto varate le misure di austerità da 11,5 miliardi, chieste da tempo. Per questo, l’ipotesi immediata a cui si starebbe lavorando consiste nel fare slittare tale giudizio di un mese, ma se ad ottobre i commissari della Troika dovessero lo stesso raccomandare di non sostenere la Grecia con nuovi aiuti, allora questa sarebbe costretta a lasciare l’euro e tornare alla dracma, essendo a corto di liquidità, al contempo dichiarando default.
Ecco, quindi, che l’Europa avrebbe pronto un piano di sostegno immediato per Portogallo e Irlanda, i due stati già assistiti da aiuti pubblici internazionali, mentre Italia e Spagna potrebbero chiedere prestiti dal fondo Esm, per l’acquisto dei loro titoli di stato.
Anche il cancelliere tedesco Angela Merkel si sarebbe convinto dell’impossibilità di superare la crisi a settembre pur con misure forti di bilancio. Per questo, avrebbe avallato un piano B, con la possibilità di concedere aiuti a Roma e Madrid.
Fa discutere, intanto, la dichiarazione del ministro degli Esteri finlandese, il socialdemocratico Erkki Tuomioja, il quale ha affermato che la Finlandia si starebbe preparando per il caso di rottura dell’Area Euro. A stretto giro è arrivata la presa di distanza ufficiale del governo, per cui Helsinki sarebbe impegnata a garantire la sopravvivenza dell’Eurozona.