I mercati non ci avevano creduto molto e non sono stati sorpresi, infatti, dalla decisione della BCE di ieri di mantenere i tassi di riferimento allo 0,75%. Nella conferenza stampa del primo pomeriggio, il governatore Mario Draghi ha però ribadito, che Francoforte è pronta ad adottare all’occorrenza misure standard e non.
Ha altresì respinto seccatamente l’ipotesi di un’implosione dell’unione monetaria, avvertendo che chi scommette su questo scenario compie un errore. Al contempo, il numero uno dell’Eurotower ha lamentato un allontanamento dei tempi della ripresa per l’Eurozona, perché a suo avviso sarebbero diminuite repentinamente le probabilità che essa avvenga nella seconda parte di quest’anno.
Draghi è stato ovviamente oggetto di domande sul caso Cipro e ha preso le distanze dalle dichiarazioni del presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, secondo cui il bail-in di Cipro sarebbe un esempio per tutti gli altri stati dell’Area Euro. Al contrario, il governatore ha affermato che “Cipro non è un modello”, riferendosi al prelievo forzoso sui conti depositati nelle banche e al di sopra dei 100 mila euro.
Sulla scorta delle misure adottate dalla BoJ poche ore prima e ben più aggressive del previsto, qualche analista si era convinto che il taglio dei tassi ci sarebbe potuto essere, mentre la stragrande maggioranza si attende che esso potrebbe avvenire tra maggio e la seconda metà dell’anno, per quanto non rappresenterebbe una svolta di politica monetaria, essendo i tassi già ai minimi.
Successivamente alla decisione della BCE, anche la Bank of England ha annunciato che per questo mese lascerà i tassi invariati.