Ieri mattina, in queste ore, si dava per quasi certa la nomina del banchiere centrale Lorenzo Bini Smaghi a nuovo governatore della Banca d’Italia. Erano molte le ragioni che spingevano per un suo incarico, ma sul suo nome si sarebbero addensate le perplessità del Quirinale.
Non ultimo, un pezzo del Corriere della Sera, che indicava nella scelta di Bini Smaghi un pasticcio, frutto del ricatto dei francesi contro il governo italiano.
Saranno state tutte queste motivazioni che hanno indotto ieri sera il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, a prendere carta e penna e a inviare una lettera al componente anziano del Consigliore superiore della Banca d’Italia, Paolo Blasi, annunciandogli che il nome del nuovo governatore è quello di Ignazio Visco, attuale vice-direttore generale di Palazzo Koch.
Ha spiazzato tutti questa scelta, non per le indiscusse qualità di Visco, quanto perchè erano in auge altri nomi; oltre a Bini Smaghi, restava ancora in corsa pure Vittorio Grilli.
Con la nomina di Ignazio Visco, si rientra in una scelta “interna” a Bankitalia, rispettosa, quindi, della sua autonomia, allontanando lo spettro di una conquista di Tremonti di Via Nazionale, con la nomina del suo pupillo al ministero (Grilli).
Ignazio Visco ha 62 anni, è nato a Napoli, è sposato e ha tre figlie e ha condotto i suoi studi a Roma. Entrato alla Banca d’Italia a soli 22 anni, ha completato i suoi studi negli USA, press l’Università della Pennsylvania, Nel 1990, all’età di 41 anni, diventa capo del servizio studi della Banca d’Italia. Sotto il regno di Antonio Fazio (1993-2005), accettò un incarico all’Osce, malgrado non gli fosse molto gradito, perchè non andava d’accordo con l’ex governatore, tanto che questi non gli diede alcun incarico, al suo rientro da Parigi.
Solo con Mario Draghi, Ignazio Visco viene nominato direttore centrale della ricerca economica e poi vice-direttore generale. Ieri, il coronamento della sua carriera.
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