L’asta dei BoT a un anno e flessibili ha visto il rialzo dei rendimenti, complici le tensioni politiche di queste ultime settimane. E così, se a maggio si era toccato un minimo storico dello 0,7% per i rendimenti a un anno, ieri il Tesoro ha emesso 8,5 miliardi di BoT a 12 mesi al rendimento medio lordo dell’1,34%, il livello più alto dal dicembre del 2012. Rispetto alla precedente asta di agosto, l’incremento è stato evidente. Allora, l’assegnazione era stata all’1,053%. E sempre ieri, il Tesoro ha collocato anche 3 miliardi di BoT “flessibili” a 101 giorni al rendimento medio lordo dello 0,509% e riscontrando una domanda pari a 2,29 volte l’importo offerto.
In totale, quindi, si è registrato un bid-to-cover ratio di 1,36, in calo da 1,49 di agosto, ma quando l’offerta era stata di 7,5 miliardi di euro. Gli analisti sottolineano come la domanda sia stata buona, mezzo miliardo in più della volta precedente, attirata dai rendimenti in crescita. Ad agosto, poi, il Tesoro aveva offerto BoT per 7,5 miliardi.
E oggi sarà la volta dei BTp. Si prevede il collocamento di 3-4 miliardi di titoli a 3 anni, 1-1,5 miliardi di BTp a 15 anni e CcTeu con scadenza 2018 per 1-2 miliardi.
Nonostante il rialzo evidente dei tassi, il mercato secondario non ha reagito in alcun modo all’esito del collocamento, con lo spread a dieci anni tra i BTp e i Bund tedeschi in area 245 punti base e con i nostri titoli decennali a rendere il 4,51%, sostanzialmente in linea con i dati di chiusura della seduta precedente. Bene anche Piazza Affari, che segnava una crescita degli indici dello 0,7% successivamente alla comunicazione dei risultati dell’asta, rinvigorita dalla tregua temporanea tra i partiti italiani.