L’asta di ieri del Tesoro ha visto un esito positivo per il collocamento di tutti e sette i miliardi di BoT a un anno previsti. Il rendimento è salito, però, allo 0,962% dal precedente 0,703% di aprile, che era anche stato il risultato più basso da quando l’Italia è entrata nell’Eurozona. Il rapporto di copertura è aumentato a 1,49 da 1,16, segno che gli investitori sono tornati a considerare abbastanza appetibile il titolo annuale italiano. Era importante, secondo qualche analista, che il Tesoro riuscisse a collocare il bond a un rendimento al di sotto della soglia psicologica dell’1%. Obiettivo centrato. Anche perché la risalita dei tassi era scontata, dopo la pubblicazione dei pessimi dati sull’economia reale nell’Area Euro, i timori per un allentamento delle misure di “quantitative easing” previste dalla Federal Reserve e la possibile inversione di tendenza per la Borsa di Tokyo.
Oggi, tocca ai titoli di più lunga durata, con il Tesoro che torna a rifinanziarsi sul mercato fino ad altri complessivi 8 miliardi di euro. In particolare, sarà emesso un BTp con scadenza maggio 2016 e per un importo compreso tra 2,5 e 3,5 miliardi. Altri 1-1,5 miliardi saranno reperiti tramite il BTp settembre 2028, mentre 2-3 miliardi si rastrelleranno dalla riapertura del CcTeu novembre 2018.
Per il titolo a 3 anni ci si attende un rendimento al 2,38% dal precedente 1,92%, sulla base dei movimenti avvenuti sul secondario. Il rapporto di copertura dovrebbe attestarsi tra 1,40 e 1,60.
Intanto, il titolo a dieci anni rendeva ieri in zona 4,31%, ma era arrivato a sfiorare il 4,48%, livello massimo da due mesi. Lo spread si attestava sopra i 270 bp, seppur in calo dai 278 bp della chiusura di martedì.