Stamattina, il Tesoro ha emesso titoli di stato a un anno per un importo di 8 miliardi di euro, raccogliendo ordini per 1,63 volte superiori. I rendimenti sono scesi ai minimi dall’introduzione dell’euro, pari allo 0,676%. E che il clima fosse positivo, lo si era visto sui mercati, dove il rendimento dei BTp a dieci anni viaggia al 3,684%, vale a dire ai minimi dagli inizi del 2006, quando lo spread BTp-Bund era praticamente azzerato.
Il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e quelli tedeschi per la scadenza decennale si attesta intorno ai 200 punti base, ai livelli dell’inizio dell’estate del 2011, quando l’attacco dei mercati finanziari contro i nostri bond sovrani era appena iniziato.
Dunque, i tassi si sono già normalizzati, mentre resta più elevato dei livelli pre-crisi lo spread, dovuto ai bassi tassi tedeschi.
Ad avere rinvigorito l’asta odierna sono state anche le dichiarazioni molto accomodanti del governatore della Federal Reserve, Janet Yellen, di ieri sera.
Sul mercato secondario, i titoli a due anni viaggiano in Italia a rendimenti dello 0,845%, mentre i trentennali si attestano al 4,57%.
Domani, il Tesoro dovrà emettere 3-3,5 miliardi di BTp dicembre 2016, il cui rendimento sul mercato grigio è all’1,431%; 2,25 miliardi di BTp maggio 2021, che rendono sul secondario il 3,01% e 1-1,5 miliardi di BTp settembre 2044, che come sopra detto, viaggiano a un rendimento poco superiore al 4,5%.
Nonostante la crisi politica in atto, quindi, il Tesoro potrà sfruttare l’ottima congiuntura per rifinanziare il suo debito. E quest’anno sono attese scadenze per 469 miliardi. Come sempre accade, nella prima parte dell’anno, il Tesoro fa incetta di titoli, approfittando della maggiore liquidità sui mercati.