Dopo la nota vicenda di cronaca che ha portato in carcere prima e agli arresti domiciliari poi l’ormai ex direttore de fondo monetario internazionale Dominique Strauss-Kahn e dopo l’ufficiosa incoronazione di Mario Draghi come successore di Jean Claude Trichet alla Banca Centrale Europea, la Francia non aveva più nessun uomo nei posti chiave dell’economia mondiale.
Per questo si era fatta avanti per l’Fmi Christine Lagarde, questo subito dopo che era apparsa chiara la situazione non sostenibile di Strauss-Kahn, e la donna sembrava non avere rivali nella corsa per la prestigiosa poltrona.
Nei giorni scorsi però è sceso in campo un altro candidato per lo stesso ruolo: il Governatore della Banca di Israele, Stanley Fischer, che dalla sua può vantare una maggiore esperienza nell’organismo internazionale, essendone stato dal 1994 al 2001 primo vice-direttore esecutivo. L’uomo ha però 67 anni e le regole prevedono per la carica un’età massima di 65, ma possono essere cambiate agevolmente nel caso vi sia ampia convergenza sul nome.
Al momento la Lagarde continua il suo viaggio nei vari paesi del mondo per ottenere l’appoggio dei vari stati per la sua scalata al Fmi: dopo essere stata in Arabia Saudita, in Egitto ha dichiarato in merito: «Sono molto fiduciosa, specie dopo i colloqui avuti qui in Egitto», dopo aver ottenuto anche l’appoggio dell’Indonesia.
La donna non è riuscita a convincere le grandi economia emergenti del mondo come Cina, India e Brasile, ma nonostante questo la vittoria sembra destinata a lei nonostante l’entrata in gara dell’israeliano Fisher.