Si riunisce oggi il consiglio di amministrazione di Alitalia, spostato di un giorno da ieri, il quale con molta probabilità rinvierà di una decina di giorni la data ultima per comunicare alla compagnia la volontà o meno di partecipare al suo aumento di capitale da 300 milioni. La decisione verrebbe presa per consentire agli azionisti indecisi di prendersi più tempo e per evitare che Poste Italiane non partecipi, avendo già espresso dubbi sullo stato di salute di Alitalia, con il rischio che si arrivi alla scadenza senza avere un quadro preciso di chi partecipi e per quale ammontare. Anche perché da Parigi i segnali sarebbero negativi. Air France-Klm, oggi al 25% di Alitalia, potrebbe non partecipare all’aumento, come anticipato da diversi quotidiani transalpini, come “Le Figaro”.
Tuttavia, i francesi potrebbero decidere non tanto di non partecipare all’aumento, quanto di farlo in misura minore al proprio peso. Questo, per evitare di diluirsi eccessivamente, portandosi al di sotto della soglia del 5%, che non consentirebbe più a Parigi di mantenere un posto nel cda della compagnia italiana.
Poste Italiane dovrebbe partecipare fino a 75 milioni, ma anch’essa sarebbe in bilico. A questo punto, molto dipenderebbe dalla presentazione del piano industriale di oggi, che dovrebbe consistere in esuberi per 3-4.000 dipendenti (2.000 contratti a termine e altri 1.500 circa di tagli all’organico), tagli agli stipendi per il 20% sulle somme annue corrisposte al di sopra dei 30 o dei 40 mila euro, rafforzamento delle rotte internazionali e acquisto di 5 vettori per il lungo raggio.
I sindacati di Cgil, Cisl e Uil, però, hanno messo le mani avanti e incontrando il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, hanno fatto sapere che si esuberi non vorrebbero sentire parlare. Difficile che non avvengano, visti i risparmi stimati in 400 milioni.