Gli ungheresi hanno celebrato l’anniversario dell‘adesione di otto anni fa con il taglio del filo spinato che li separava dall’Austria, togliendo l’ultima traccia della cortina di ferro. La perdurante crisi finanziaria sta facendo, tuttavia, venire qualche ripensamento nel paese.
L’adesione all’Unione Europea per gli ungheresi, come per tutte le altre nazioni, in questo momento, sembra prevalentemente consistere principalmente nell’impegno di tagliare le spese. Altro motivo, per cui molti ungheresi cominciano a vedere male l’Unione Europea, è l’apertura delle frontiere e l’ampliamento della concorrenza.
Le proteste dividono l’Ungheria. Qualcuno vede l’UE come l’unico mezzo per non diventare uno stato autoritario, mentre altri che credono che sia la fonte dei loro problemi. Alcuni politici ungheresi stanno mettendo in discussione la validità del patto fiscale appena decisooco che lega i 17 paesi dell’eurozona, in un voto di solenne austerità e che potrebbe anche essere proposto agli altri otto paesi, come l’Ungheria.
L’Ungheria si sente accompagnata unicamente dalle pesanti misure di austerità che legano gli Stati membri, con il terrore che non ci sia la necessaria crescita economica e occupazionale. Il primo ministro ungherese Orban si sente più autonomo rispetto ai colleghi greci, poiché l’Ungheria ha ancora la propria moneta. L’Ungheria ha accettato il patto di austerità dell’UE, ma il trattato non avrà alcun effetto pratico per l’Ungheria, a meno non si rafforzi l’euro prima del 2020.
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