Notizie davvero incredibili giungono da Bruxelles, dove la Commissione Europea presieduta da Josè Manuel Barroso avrebbe rotto ogni indugio e già avrebbe pronta una bozza da sottoporre all’attenzione del prossimo Eurogruppo, che prevede l’emissione degli Eurobond, quale risposta alla crisi dei mercati finanziari.
Secondo Barroso, solo con questo nuovo strumento i mercati riacquisterebbero fiducia verso l’Eurozona. Per quello che trapela dalla France Presse, si tratterebbe di tre ipotesi allo studio. La prima consiste nell’emissione centrale di bond, al posto dei titoli di stato nazionali. La seconda versione prevede che l’emissione sia parziale, pertanto, i mercati nazionali dei bond continuerebbero ad esistere. Terza ipotesi: i bond sarebbero emessi a livello centrale, ma le garanzie sarebbero prestate dagli stati nazionali pro-quota, ossia sulla base del peso del loro debito.
Stando alle prime due versioni, si dovrebbe mettere mano ai Trattati, in quanto questi vietano che più stati membri dell’Eurozona prestino garanzie congiunte sullo stesso bond.
In realtà, la difficoltà vera consiste nell’opposizione di Berlino, che dall’operazione perderebbe, a causa di un maggiore costo di rifinanziamento del proprio debito sul mercato. Infatti, gli Eurobond sarebbero emessi a rendimenti intermedi, rispetto ai valori attuali dei titoli nazionali, con un beneficio per quanti hanno oggi un rendimento alto, ma a danno degli stati che emettono titoli a rendimenti bassi.
Per questo, non sarà affatto facile che la proposta passi, pur quando fosse presentata dalla Commissione. Quest’ultima avrebbe previsto anche il varo di misure di maggiore rigore, che permettano a Bruxelles di meglio vigilare sui conti pubblici nazionali, oltre che di intervenire in modo più diretto ed efficace su di essi, nel caso di scostamenti dagli obiettivi prefissati.
Tali norme non solo andrebbero incontro ai timori tedeschi di una sorta di “rilassatezza finanziaria” degli stati, nel caso di un’emissione centralizzata dei titoli, ma sarebbero l’unico modo per evitare che i rendimenti tra gli stati continuino ad essere pronunciati e che, quindi, alcuni stati si ritrovino a doversi sobbarcare un costo maggiore per gli squilibri di altri stati. Ma i benefici si vedrebbero, in ogni caso, nel medio-lungo termine ed è difficile che la Germania aspetti così tanto tempo.
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