Giornata da brivido, quella che ieri si è vissuta parallelamente sia sulle borse europee che sul monetario. Se già in mattinata, Piazza Affari sembrava altalenante, oscillando ampiamente attorno alla parità, con il procedere della seduta, l’indice del listino milanese è andato peggiorando, fino a diventare maglia nera a fine seduta, chiudendo a -2,59%.
Non è andata meglio sul mercato secondario dei titoli di stato, ieri tempestato da notizie cattive su tutti i fronti. La diffusione dei dati macroeconomici sul manifatturiero dell’Eurozona indica un indice minimo dal luglio 2009, con un miglioramento semmai solo del terziario, anch’esso, tuttavia, in contrazione.
C’è poi la notizia che anche Fitch ha avvertito Parigi che la sua tripla A è a rischio e la sensazione è che la Francia possa essere declassata al più presto (domani?).
Ma la novità che ha fatto precipitare i bond italiani e non solo è venuta stavolta da Berlino. Ieri, il governo tedesco collocava 6 miliardi di Bund a dieci anni. La domanda è stata così bassa, che sono stati venduti solo 3,64 miliardi di titoli, mentre i restanti 2,356 miliardi sono stati coperti solo dall’intervento della Bundesbank.
I titoli tedeschi sono stati collocati al tasso dell’1,98%. Il broker Newedge ha affermato che si tratta della domanda peggiore di tutti i tempi in Germania. Questo ha scatenato l’allarme e lo spread tra i BTp e i Bund a dieci anni è risalito fino a 508 punti, per chiudere sempre sopra i 500 bp.
Ciò che è successo in Germania è che lo stato sta collocando i suoi titoli a rendimenti simili a quelli del secondario. Tuttavia, come più volte è stato notato dagli analisti, tali rendimenti sia per la Germania che per gli stati periferici, non rispecchiano i fondamentali, essendo eccessivi per Paesi come Italia e Spagna (che non a caso riscontrano all’asta sempre un’ottima domanda) ed eccessivamente bassi per Berlino, che in tutte le ultime aste ha avuto problemi di copertura.
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