Anche la Scandinavia ha i suoi problemi, ma non riguardano il debito pubblico, fermo a circa la metà della media nell’Eurozona, quanto il debito privato, cioè le passività di famiglie e imprese. Secondo il Premio Nobel per l’Economia, Paul Krugman, anche il Nord Europa potrebbe presto esplodere sotto il peso di una bolla del credito molto pericolosa, quanto poco sostenibile. Lo dimostrerebbero alcuni dati incontrovertibili: le famiglie danesi sono le più indebitate al mondo, avendo passività per il 321% del loro reddito disponibile. E in Svezia, la percentuale è del 180% e in Norvegia vicina al 200%.
Vero è, quindi, che i norvegesi non hanno nemmeno debito pubblico, se il dato venisse considerato al netto del fondo sovrano da 820 miliardi di dollari, ma il loro indebitamento privato, come nel resto della Scandinavia, è molto alto.
Preoccupa, poi, il fatto che la banca centrale danese, guidata dal governatore Lars Rhode, non sembra avere consapevolezza del fenomeno e abbia risposto agli appelli dell’OCSE a prendere dovute contromisure sul tema, sostenendo che l’eccesso di debiti delle famiglie è compensato dal forte risparmio pensionistico e dal patrimonio immobiliare.
Le altre banche nordiche, invece, stanno cercando di monitorare la situazione, anche prendendo in ipotesi un aumento dei tassi.
In Danimarca, i maggiori rischi arrivano dai cosiddetti “mutui only interest”, particolari mutui, che hanno permesso al contraente di pagare per un periodo fino a 10 anni solo gli interessi sul prestito, salvo iniziare successivamente a far rimborsare anche il capitale, con conseguente impennata della rata. Molti mutuatari danesi si sono visti crescere la rata proprio negli ultimi mesi, in coincidenza con un’economia in frenata e con consumi privati bassi, proprio dovuti all’esigenza di molte famiglie di tirare la cinghia per pagare i debiti.