Da poco è stato pubblicato il Rapporto Ocse 2012 sul finanziamento delle piccole e medie imprese, che butta uno sguardo sul loro probelamtico esistere: crescono i fallimenti, in crisi l’accesso al credito e gli investimenti in Venture Capital nelle PMI. Crescono in Italia i fallimenti delle PMI, a dirlo è il Rapporto 2012 dell’Ocse sul finanziamento delle piccole e medie imprese. Più in particolare i fallimenti delle PMI in Italia sono passati dagli 11,2 ogni 10 mila imprese del 2007 ai 20,3 del 2010.
L’anno peggiore, a livello dei Paesi Ocse, sembra essere stato il 2009, tranne per Canada, Corea e Portogallo. Mentre «nel 2010 le bancarotte hanno continuato ad aumentare in Danimarca, Ungheria, Italia, Slovacchia e Svizzera. Hanno, invece, continuato a diminuire in Finlandia, Francia, Olanda, Svezia e Regno Unito, sebbene rimangano ancora superiori ai livelli del 2007» si legge nel rapporto Ocse.
Sul fronte dell’accesso al credito, poco è quello che viene concesso alle PMI, rapportato a quello concesso al totale dell’economia, nonostante a queste venga riconosciuto di essere la spina dorsale dell’economia italiana. In generale la distribuzione dei prestiti bancari all’economia italiana nel 2010 ha visto andare il 40 % alle grandi imprese, il 26 % al credito al consumo, il 14 % al settore pubblico, il 9,6 % alle istituzioni finanziarie ed il 10% alle PMI.
Il fatto che le Pmi abbiano problemi a recuperare prestiti per i loro investimenti è anche riconosciuto dal rapporto dell’Ocse, dove si può leggere che «le PMI hanno affrontato condizioni nei prestiti più severe rispetto alle grandi aziende, sotto forma di maggiori tassi di interesse, minore durata e con l’aumento delle garanzie richieste».