Il mondo delle imprese sta seguendo con interesse l’evoluzione dell’effervescente mercato africano.
Nel 2010, il gigante delle telecomunicazioni indiano Bharti ha pagato 9 miliardi dollari per comprare Zain Africa, una compagia che copre 15 paesi in tutto il continente africano.
Dopo una lunga disputa con il governo sudafricano e con i sindacati, l’americano Wal-Mart si è avvicinando al finale di partita dell’affare Massmart, con i suoi 2,4 miliardi di dollari, che gli consentirebbe di aprirsi la strada africana con una presenza in 14 paesi del continente.
Come fanno queste aziende in un tale momento economico a reperire così tanti fondi per le acquisizioni? In questo contesto, le imprese impiegano la strada della raccolta di fondi, in particolare nel mondo del private equity, che, data la mancanza di liquidità della maggior parte dei mercati azionari del continente, è un popolare punto di accesso per gli investitori istituzionali.
La raccolta di fondi per investire nel continente africano ha avuto un trend positivo fino a quando la crisi ha colpito, cadendo pure lei dai 2,2 miliardi di dollari nel 2008 a meno di 1 miliardo di dollari nel 2009, ma ha avuto un rimbalzo a 1,5 miliardi di dollari nel 2010. Il 2011 dovrebbe vedere una continuazione di questo trend di rialzo.
Nel mese di giugno, lo specialista di investimenti africani Helios ha chiuso un fondo di 900 milioni di dollari, uno dei maggiori veicoli di mira il continente. Carlyle Group, una casa globale di private equity, con 106 miliardi dollari in gestione, ha lanciato il proprio fondo sull’Africa a marzo. Aureos spera di chiudere un nuovo fondo entro 18 mesi, secondo il suo portavoce, il signor Khanna.
Ma nonostante queste offerte di titoli, gli investitori retail e istituzionali più piccoli si ritrovano tagliati fuori dal gioco, e al di fuori delle più grandi imprese, che costituiscono una minima parte dei datori di lavoro del continente e le imprese faticano a trovare finanziamenti.
La struttura del private equity sta creando una concentrazione di finanza nella fascia alta delle economie africane, ed allo stesso tempo sta limitando l’accesso a questi mercati in crescita per gli investitori privati.La mancanza di veicoli di investimento accessibile non consente di creare punti di presa per la finanza e gli imprenditori e gli investitori non riescono ad incontrarsi.
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