Piazza Affari chiude la seduta odierna in forte calo, in linea con il resto d’Europa, sulla voci smentite, di una proroga del termine per l’adesione allo swap sul debito della Greciada parte dei creditori privati e sui rinnovati timori per la crescita.
L’indice FTSE Mib ha chiuso sui minimi a -3,39%, l’Allshare a -3,19%. Parigi e Francoforte perdono rispettivamente il 3,58% e il 3,40%, mentre Londra è scesa del -1,86%.
Le tensioni legate all’adesione all’accordo sul concambio del debito greco e i timori riguardo la perfomance economica della zona euro pesano fortemente sul mercato obbligazionario italiano.
In un documento riservato datato 18 febbraio di cui oggi è emerso il contenuto, l’International Institute of Finance, la lobby bancaria che ha concordato con il governo greco i termini dello swap, mette in guardia sui rischi di un default disordinato della Grecia.
Il concambio del debito greco, che comporta una svalutazione del 53,5% del valore nominale dei titoli ellenici in portafoglio ai creditori privati, è una parte integrante del secondo Pacchetto di aiuti finanziari ad Atene e il termine di adesione è fissato per l’8 marzo.
L’obiettivo di Atene è di ottenere la partecipazione dei detentori del 90% del debito. In caso di adesione inferiore al 75%, ci si attende che Atene faccia scattare le clausole di azione collettiva, costringendo anche gl indisponibili ad aderire ad accettare le perdite.
Il rendimento del decennale di riferimento italiano si attesta al 5,072% dal 4,95% di ieri in chiusura mentre, alle 18,30, lo spread tra Btp e Bund a 10 anni sale a 329 punti base dai 313 punti base del fine seduta di venerdì.
L’euro scende ai minimi da due settimane e mezzo contro il dollaro, sulla scia delle preoccupazioni per la crescita economica globale e per la positiva risoluzione dello swap del debito greco.
Il contratto sul Brent per consegna aprile cede 1,86 dollari a 121,94 dollari e la scadenza analoga del greggio Usa arretra di 1,99 dollari a quota 104,73.