Il fisco è sulle tracce delle spese dei contribuenti, ma con un alleggerimento per i soggetti IVA che forniranno, all’Agenzia delle Entrate, i dati dei loro clienti per transazioni superiori ai 3.600 euro. Da queste ultime comunicazioni, ormai comunemente associate allo “spesometro”, potrebbero essere escluse le transazioni già note all’amministrazione finanziaria.
In pratica sarebbero escluse le transazioni con moneta elettronica o con mezzi di pagamento già tracciati e l’attenzione si sposterebbe prevalentemente sulle transazioni in contanti.
La possibilità di questo intervento è stata annunciata ieri dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, che ha precisato di come l’Agenzia stia valutando l’escludere di comunicazione dei dati fiscali per chi effettua gli acquisti con carte di credito e di debito già tracciate, quindi conservando l’obbligo solo per chi paga in contanti. In questo modo si evita di appesantire il lavoro di commercianti e uffici tributari con fotocopie e comunicazioni doppie di dati.
Befera ha spiegato che l’intervento di alleggerimento delle comunicazioni dei contribuenti, potrebbe avvenire attraverso una modifica normativa che l’agenzia intende proporre, tenendo conto del fatto che queste operazioni rappresentano il 4,5% del totale.
È chiaro che questa, come altre correzioni, appaiono funzionali a ridurre l’impatto dell’obbligo di comunicazione delle operazioni rilevanti, in armonia con le indicazioni dell’articolo 21 del decreto legge n. 78/10, convertito con modificazioni dalla legge n. 122, che ha imposto espressamente l’introduzione dello spesometro, limitando «al massimo l’aggravio per i contribuenti».
Gli acquisti dei consumatori saranno registrati dal prossimo mese di maggio, in sostanza, in caso di acquisti superiori ai 3.600 euro, compresivi di IVA. Si tratta dei dati relativi alle transazioni con i consumatori finali che forniscono all’amministrazione finanziaria dati che quest’ultima può “spendere” per l’accertamento sintetico, sia che venga fatto nella più propria forma dello spesometro, sia che avvenga utilizzando il redditometro. Si ricordi che le transizioni “business to business” sono da comunicare già dalla soglia di 3mila euro e che il relativo obbligo di comunicazione è partito dal 1° gennaio scorso.
Lo spesometro è il modo utilizzato quando l’imputazione al contribuente di un reddito pari alle spese sostenute, permetta già di superare la franchigia del 20 per cento rispetto al reddito dichiarato. Il redditometro prevede una proiezione su base statistica a partire da alcune spese “sentinella” che permettono di ristruire il reddito dal tenore di vita.
FONTE: M.Bel. e An.Cr.
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