Pochi giorni fa il ministro dell’economia Giulio Tremonti aveva affermato: sulla riforma fiscale «ho le idee chiare da un anno» ed ora iniziano a essere rese pubbliche queste idee e questi progetti che, a quanto pare, dovrebbero portare una diminuzione della pressione fiscale sugli italiani, almeno stando alle promesse del governo, senza però creare deficit, come richiesto a gran voce dall’Unione Europea.
Il sistema che è stato partorito dalla mente del ministro dovrebbe prevedere l’accorpamento di molte imposte per portare il loro numero a 5 e una diminuzione del numero delle aliquote Irpef fino a sole 3. Il 23 giugno dovrebbe essere infatti approvato dal parlamento il decreto che permetterà al governo di mettere a punto definitivamente la questione, in contemporanea alla manovra correttiva che dovrebbe portare al tanto agognato pareggio di bilancio nel 2014.
L’aumento del gettiti fiscale secondo Tremonti dovrebbe essere per così dire naturale: un abbassamento delle tasse in teoria renderebbe gli italiani più disposti a pagarle, facendo così ridurre l’evasione. Inoltre si prevede anche una sforbiciata alle deduzioni, dato che al momento questo può avvenire per molte categorie di beni: secondo il ministro infatti si può scalare una parte «di tutto, dalle palestre alle finestre».
E’ stata promessa anche una riduzione dei costi della politica, con una battuta sui voli di stato: «meno aerei blu e più Alitalia. Sto per partire per Bruxelles ma devo andare con un aereo di Stato perché non so a che ora tornerò. Ma oggi ho volato Alitalia».
La filosofia della riforma deve quindi essere, parole di Tremonti, «I soldi andrebbero tolti a chi ha il gippone».
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