Ieri, sono state assunte decisioni di una certa importanza a Bruxelles, nelle speranza che stavolta vengano messe in atto, a differenza di quanto accaduto negli ultimi mesi. La prima riguarda l’utilizzo dell’Efsf, il Fondo europeo di salvataggio, che si è stabilito abbia una finalità assicurativa sulle nuove emissioni di bond nazionali per il 20-30% delle potenziali perdite.
Già la formalizzazione di un impegno che risale a un paio di mesi fa è una notizia positiva, che dovrebbe dare garanzie agli investitori.
Ma è anche su un altro punto che ieri la reazione dei mercati è stata raggiante, sia negli USA che in Europa. Le banche centrali hanno concordato una riduzione dei tassi sui prestiti che tra di loro effettuano, che passeranno dagli attuali 100 punti sopra l’overnight index swap a 50 punti base sopra tale tasso, a partire dal prossimo 5 dicembre.
In sostanza, ciò equivale a una manovra espansiva della liquidità, dato che a catena i tassi dovrebbero scendere anche sui titoli di stato. E non è un caso che il primo effetto di tale annuncio sia stato un restringimento dello spread decennale tra i BTp e i Bund tedeschi, passato a 473 punti base, mentre il rendimento dei titoli di stato tedeschi è addirittura sceso sotto lo zero, per la prima volta dal 1995.
Per la prima volta da diverse sedute, il nostro decennale è sceso sotto il 7%, chiudendo al 6,98%. Un piccolo segnale di una probabile inversione di rotta, che si spera possa avere un percorso duraturo. Le ultime aste del Tesoro, infatti, suggeriscono un andamento pericoloso dei tassi, che sul comparto triennale sono ormai a un soffio dall’8%.
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