Uno dei maggiori ed annosi problemi dell’Italia è l’alto debito: il più alto d’Europa dopo quello greco, ma con l’attenuante di non aver mai registrato un “boom” del debito in questi anni di crisi (dal 2008 in poi), come è successo in Grecia, Irlanda e Spagna. Ma è rilevante il fatto che, in questo 2012, l’Italia venga segnalata fra i paesi con il maggior bisogno di rifinanziamento, insieme a Francia, Belgio, Grecia, Olanda, Portogallo e Spagna, dove il debito pubblico è a livelli superiori al 20 % del PIL.
L’Italia è un paese ad alto debito, con problemi sul fronte della crescita e dell’occupazione e con alte necessità di rifinanziamento, per questo mtivo si ritrovano anche le tensioni sullo spread, che fanno salire il tasso dei titoli di stato.
Le soluzioni indicate dalla BCE (non solo per l’Italia) sono il rigore di bilancio, rispettando il fiscal compact così come deciso dalle ultime riunioni del Consiglio Europeo e l’impegno a ridurre il debito al di sotto della soglia del 60 % del PIL fissata dal Patto di Stabilità e Crescita (e «molti paesi» dovranno impegnarsi a mantenere un avanzo di bilancio pari almeno al 4 % del PIL).
L’Ocse invita a tagliare il debito-PIL, sul lungo periodo,al 50 %, una raccomandazione che riguarda i paesi sopra la soglia del 10o %.
Tuttavia, per quanto in Italia la situazione sia meno urgente avendo «già convissuto per diversi anni con livelli di debito molto elevato, l’aumento del debito pubblico provocato dalla crisi è stato inferiore rispetto a numerosi altri Paesi.
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