L’ennesimo vertice europeo, questa volta un informale trilaterale, a cui era presente il premier italiano Mario Monti, si è trasformato in un nulla di fatto, che potrebbe anche avere conseguenze negative sui mercati, a partire da oggi stesso.
Se qualcuno pronosticava o scommetteva su una qualche soluzione efficace e immediata alla crisi dell’Eurozona, ancora una volta è rimasto deluso, per non dire affranto.
Aldilà della solita retorica, infatti, (“difenderemo l’euro con tutte le forze”, etc.), Merkel, Monti e Sarkozy non hanno esitato alcunchè. Berlino ha ribadito la sua netta contrarietà all’ipotesi degli Eurobond o Stability Bond, come li ha proposti e definiti la Commissione Europea di Barroso.
Il cancelliere ha sostenuto la linea tradizionale della Germania, che non potrebbe accettare di farsi carico di maggiori oneri per pagare una quota dei rendimenti altrui. Lo stesso Mario Monti, favorevole agli Stability Bond, ha affermato che non potrebbero essere emessi, se prima non si raggiungerà un’unione fiscale tra gli stati, corroborata da sanzioni efficaci e immediate e da poteri di controllo più pervasivi da parte di Bruxelles.
La novità è che la Francia si è allineata alla posizione tedesca anche su un altro punto, ossia sul ruolo attivo della BCE. La dichiarazione dei tre leader, infatti, non lascia alcun dubbio e afferma che nessuna domanda potrebbe essere posta alla BCE sul suo operato, ribadendo le ragioni dell’autonomia dell’Eurotower.
Parole di buon senso, dunque, sia sugli Eurobond che su Francoforte. Il fatto è che oltre a queste belle parole non esiste alcun piano per attutire la crisi. Non è stata pre-annunciata alcuna misura nuova, alcuna ipotesi, insomma, siamo nel guado. E oggi potrebbero già recepirlo le borse e i mercati dei titoli di stato.
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