Il 2010 è stato archiviato da tempo, ma solo ieri sono stati resi noti i dati definitivi sui conti pubblici nell’Eurozona e nella UE, da parte dell’Eurostat, l’ufficio statistico di Bruxelles. L’Eurozona raggruppa i 17 stati che hanno adottato l’euro, mentre la UE tutti i 27 stati dell’Unione.
I dati non sono granchè incoraggianti. Partiamo dall’Area Euro. Il rapporto tra deficit e pil è risultato lievemente in calo dal 6,4% del 2009 al 6,2% dell’anno scorso. Tuttavia, per effetto della bassa crescita e dei livelli alti di deficit, l’indebitamento sul pil è cresciuto dal 79,8% del 2009 all’85,4%.
Se poi andiamo a vedere come questi dati si sono formati, notiamo qualcosa che deve fare riflettere. Nell’Eurozona, la spesa pubblica è stata nel 2010 pari al 50,9% del pil, mentre le entrate si sono attestate al 44,6%. La differenza, appunto, è il deficit di bilancio.
Quindi, non è il basso livello di entrate che ha generato il buco di bilancio di questi anni di crisi, come molti paventano, bensì l’enorme crescita della spesa pubblica, che ormai assorbe oltre la metà della ricchezza media prodotta nell’intera Area.
Passando dall’Eurozona alla UE, quindi, considerando anche i Paesi che non hanno l’euro, le cifre si modificano di poco. Il deficit si è attestato mediamente al 6,6%, risultando in leggero calo dal precedente 6,9% del 2009. Anche in questo caso, però, il rapporto tra debito e pil è esploso dal precedente 74,7% all’80,2%.
Sostanzialmente simili le cifre su entrate e spesa pubblica. Le prime sono state del 44,1% del pil, mentre la spesa ha assorbito il 50,6%. E le differenze con l’anno precedente sono quasi impercettibili, come dire che nonostante vi sia stata un’opera di risanamento, questo non ha avuto effetti sulla generazione di nuovo debito (deficit) e, comunque, è passato più per l’aumento delle entrate che per il taglio dell’altissima spesa pubblica.
Infine, un occhio all’Italia. Confermato il rapporto deficit/pil al 4,6%, ma lo stock di debito viene rivisto leggermente al ribasso, al 118,4%, rispetto al 119% indicato a settembre dal governo italiano.
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