Nonostante il clima di sfiducia sui mercati e i pronostici di una nuova recessione, cominciano ad essere diversi e positivi i dati che indicherebbero un’economia dell’Eurozona in una fase di espansione della propria attività, più che di contrazione.
Soltanto ieri, si era data notizia della produzione industriale italiana nel mese di agosto, cresciuta del 4,7% su base annua e del 4,3% sul mese di luglio, ai massimi dall’anno 2000. Il dato era stato salutato con favore, visto che a luglio vi era stato un calo della produzione dello 0,3%.
Le cifre migliori del previsto, tuttavia, non sono soltanto italiane. Il risultato è molto positivo ad agosto per l’intera Eurozona, che ha visto espandere la propria produzione industriale dell’1,2% su luglio e del 5,3% sullo stesso mese del 2010. Il consensus si era fermato a un modesto +2,2%.
E sempre ad agosto, è dato di qualche giorno fa, la locomotiva tedesca ha registrato il più alto avanzo commerciale dal mese di marzo, con il valore delle esportazioni che ha superato quello dell’import di ben 13,8 miliardi, oltre 3 miliardi in più sul già buon dato di luglio.
Dunque, analizzando gli ultimi numeri dell’economia dell’Eurozona, pare che l’attività produttiva a fine estate abbia subito un’accelerazione, nonostante il periodo di forti turbolenze.
Tuttavia, lo scenario prossimo futuro rimane incerto, per via di diversi fattori. Gli ordinativi dell’industria tedesca sono già in calo, il che significa che si prevede un rallentamento dei ritmi produttivi. Per le esportazioni, poi, non giovano le forti oscillazioni del cambio euro/dollaro, con la moneta unica che ha recuperato parecchio terreno nelle ultime sedute.
Non manca di certo la liquidità nel sistema, anche se il problema resta la trasmissione di questa dal sistema bancario a quello produttivo. Per tale ragione, sarà essenziale affrontare subito il problema della ricapitalizzazione delle banche, che avrebbe un effetto leva sui prestiti alle imprese e alle famiglie, nonchè garantire uno scenario di stabilità sul mercato dei bond, con azioni credibili di risanamento fiscale. E a corollario di tutto ciò, bisogna fermare la crescita dei prezzi, che a settembre hanno toccato la soglia del 3% su base annua nell’Eurozona.
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