L’arrivo di Mario Draghi alla Banca Centrale Europea è coinciso il taglio dello 0,25% sul tasso di interesse, ma come si è visto non basta per dare slancio al mercato, quindi ci aspettano altre misure per uscire dalla crisi.
La decisione è condivisa anche da economisti di diversa scuola, per dare uno slancio all’economia europea, anche se c’è chi teme che una decisione di questo tipo possa far aumentare l’inflazione. Nonostante questa decisione è certo che Mario Draghi farà quanto basta per tutelare l’euro prima di ogni cosa. Sa benissimo che non basta tagliare i tassi di interesse per agevolare un poco la ripresa, e ben altra cosa è l’ipotesi di usare l’inflazione come valvola d’uscita dalla crisi. Un euro forte è un bene per tutti perché dalla reputazione della moneta dipende quella di tutta la Ue.
Le imprese italiane, tradizionalmente esportatrici, saranno aiutate dal taglio dei tassi, ma non è dalla Bce che può venire la soluzione alla crisi del debito, e ce ne stiamo accorgendo anche noi. La cosa migliore che possiamo prendere dalla Bce sono i buoni consigli che prima Jean-Claude Trichet e Mario Draghi ora hanno continuato a darci. Idee preziose e importanti, a cominciare da quella di una importante riforma del mercato del lavoro che tocchi anche la flessibilità in uscita.
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