Sembra passata un’era geologica, ma è stato poco tempo fa. Meno di tre anni fa il sistema finanziario globale quasi implose, e ancora oggi gran parte dell’economia globale non ha pienamente recuperato. Il che rende tutto sul più sconcertante che una amnesia collettiva sembri aver già dimenticato quello che abbiamo appena passato e perché è successo.
L’industria dei servizi finanziari è riuscita a ridimensionarsi, e limitare gli eccessi speculativi. Tuttavia ora sembra condurre una campagna per minare ciò che resta del processo di riforma cominciato con la crisi. La politica monetaria adottata in generale nel mondo sembrerebbe aver mostrato un occhio di riguardo con lo scopo di scongiurare la recrudescenza della crisi che ha dilagato un po’ ovunque, quasi fosse un’influenza invernale. Nonostante tutto, l’industria dei servizi finanziari ha risciacquatoi suoi panni sporchi riuscendo lo stesso a racimolare qualche buon profitto qua e là. Adesso cavalcano una generalizzata e mondiale quanto conveniente onda di sentimenti anti-governo, mirando ad indebolire i nuovi regolamenti e intimidire chi li applica. Allora sostengono ci sia ancora troppa incertezza nel mondo economico e quanto scaramente si sia agito nel riformare le regolamentazioni finanziarie, quanto sia deprimente la crescita economica e la creazione dei posti di lavoro….
Negli Stati Uniti sembra che l’industria metta in guardia quanto una maggiore regolamentazione e norme di capitale più restrittive guideranno il business verso gli ambienti normativi più ospitale d’Europa. Le voci maligne sostengono che poi si giri per spingere ad indebolire ancora di più i regolamenti europei. Ma sembrerebbe tutta una manfrina perchè ci sono molti posti liberi nell’ammnistrazione governativa. Sembrerebbe prorpio che la “caccia alla poltrona” sia un male comune.
C’è uno scontro in atto tra l’industria ed i riformatori della regolamentazione. Una lotta causata dalle cosiddette operazioni swap e altri derivati finanziari, che fino ad ora erano scarsamente regolamentatse non per nulla. Con la nuova legge, questi prodotti sono dovuti emigrare in mercati regolamentati, più trasparenti, più limitati e più controllati.
Sembra che gli unici ad opporsi strenuamente alla nuova regolamentazione fossero le banche ed i concessionari per la semplice ragione che la nuova normativa avrebbe tagliato la possibilità di operare dove erano riusciti ad ottenere utili consistenti. Dopo aver perso quella battaglia, adesso lavoro a tappe forzate per indebolire e ritardare le norme emanate ai sensi della nuova legge, ancora una volta, sostenendo che non sono loro che soffrono di questo nuovo regime, ma gli agricoltori, i produttori e gli altri “utenti finali” che avranno a pagare di più per utilizzare i mercati dei derivati. Anche l’arte di arrangiarsi e di arrampicarsi sui vetri sembrerebbe aver contagiato buona parte del mondo.
Se prima ha funzionato, perchè non provare di nuovo? Al massimo ci sarà una nuova crisettina, ma tanto il mondo si è abituato…
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