Dopo anni di crisi finanziaria, in Ungheria si stanno mettendo in discussione i legami verso l’occidente. L’adesione all’Unione Europea per gli ungheresi non sembra rappresentare più quanto desiderato negli anni in cui la sognavano. Adesso per l’Ungheria, partecipare all’Europa significa principalmente l’impegno a tagliare le spese, mentre l’apertura delle frontiere rappresenta solo l’ingresso di una più amplia concorrenza economica. Per questo molti ungheresi cominciano a vedere male l’Unione Europea, perfino qualche appartenente alla classe politica sta raccogliendo questa idea dal malumore dei suoi concittadini.
Uno di questi sembra essere il primo ministro ungherese Viktor Orban, che, da quando è stato eletto, è rimasto critico verso gli standard europei, anche se ha deciso di perseguire gli interessi dell’Ungheria.
Allo stesso modo, pure i politici che sostengono l’Unione Europea stanno mettendo in discussione la validità del patto fiscale deciso da poco che lega i 17 paesi dell’eurozona, in un voto di solenne austerità. Questo patto potrebbe essere proposto anche ad altri otto paesi, come l’Ungheria, per aderire all’euro zona. Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, e membro del partito socialista in Germania, ha spiegato in un discorso ai leader europei che “il patto fiscale alleggerisce la disciplina di bilancio, a causa dei mali legati alla crisi del debito”.
L’Ungheria si sente comunque ancora autonoma rispetto ai colleghi europei, perché l’Ungheria mantiene ancora la propria moneta. L’Ungheria si sente, comunque, isolata, nonostante non sia la sola ad essere pressata da pesanti misure di austerità che legano tutti gli Stati membri. Tuttavia non solo l’Ungheria ha il timore che non ci sia la necessaria crescita economica e occupazionale.
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