Molti prodotti hi-tech sono formati da componenti quali le memorie flash e Dram, i pannelli LCD, i controllori ed i processori, le batterie eccetera e buona parte di questi componenti sono sempre stati prodotti da aziende giapponesi.
Molte di queste aziende giapponesi si sono viste costrette a rallentare i cicli produttivi, a segioto del terremoto e dello tsunami dell’11 marzo. Sul mercato giapponese si aggiungono la mancanza delle materie prime, le continue scosse di assestamento ma soprattutto i gravi danni al sistema logistico e il funzionamento a singhiozzo della rete elettrica e di quella dei trasporti.
Il perdurare di tale situazione rende impossibile la ripresa a pieno regime delle attività produttive, con le immaginabili conseguenze del caso.
Terremoto e tsunami non hanno risparmiato nessuna azienda. Sony, Toshiba, Mitsubishi, le case automobilistiche, le aziende che producono i wafer di silicio delle memorie flash e Dram tutte lamentano di dover chiudere temporaneamente alcuni stabilimenti per rimetterli a posto. Gli analisti prevedono impatti duraturi su vari mercati, a causa dello shortage di componenti e prodotti finiti. Oggi non si può fare un reale bilancio di questi danni.
Le aziende del mercato globalizzato si sono attivate per trovare le alternative alla voce fornitori, ma come osservano alcuni analisti di mercato, la situazione di crisi potrebbe portare a un probabile rialzo generalizzato dei prezzi dei componenti.
Anche il mercato dell’auto pagherà dazio di quanto successo nelle prefetture devastate dalla calamità naturale e la perdita produttiva che interessa Toyota, Suzuki, Nissan e via dicendo è già nell’ordine di qualche centinaio di migliaia di vetture (la stima è stata elaborata giorni fa da IHS Global Insight).
Poi ci sono i tagli di chi, come Renault-Samsung Motors, produce da un’altra parte (nella fattispecie in Corea del Sud) e deve fare i conti con le interruzioni dei rifornimenti della componentistica dal Giappone, con il risultato di dover ridurre la produzione da 20 mila a 17mila auto al mese. Stesso discorso, con impatti minori, per Opel in Spagna e General Motors in Louisiana.
L’industria tecnologica sta cercando di ovviare. Le aziende giapponesi hanno sempre giocano un ruolo importante nel campo dell’elettronica di consumo, dell’automobile e dei semiconduttori. Si può facilmente immaginare come gli effetti della distruzione si ripercuoteranno su scala globale e a tutti i livelli. Sui produttori, sui fornitori di componenti, sui distributori, sui consumatori finali, costretti magari ad aspettare più del dovuto quanto vorrebbero. Dai televisori ai telefonini passando per le automobili. Il disastro che ha sconvolto il Giappone presenta un conto salatissimo al mercato globalizzato, oltre a quello, naturalmente il più grave, che riguarda lo stato del paese nipponico.
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