Secondo l’associazione statunitense The Automatic Earth Community (TAE Community), l’homo sapiens presenterebbe tutte le caratteristiche, che lo porterebbero ad essere annoverato tra le categorie delle specie in via di estinzione.
Seguendo questa filosofia, l’associazione The Automatic Earth Community (TAE Community) ha presentato la richiesta di inserimento nell’elenco delle specie in via di estinzione all’agenzia federale americana “The US Fish and Wildlife Service” (FWS), che ha il compito di stilare e aggiornare nel tempo l’elenco di tutte quelle specie che rischiano l’estinzione.
L’associazione ha presentato chiare motivazioni per la sua richiesta, tra queste l’associazione statunitense annovera la crisi finanziaria ed economica che si trascina ormai da anni, spiegando che “almeno il 10 % degli esseri umani vive al momento in condizioni ‘selvagge’, senza accesso ad un riparo adeguato. Ora, ci sono più di sette miliardi di esseri umani sulla terra, e più di 300 milioni, il 5 %, che vive nella giurisdizione territoriale degli Stati Uniti.
Più del 50 % fa fronte alla minaccia di estinzione nel breve termine (dunque nei prossimi 50 anni, a causa della crescita economica ed al suo naturale collasso, ma anche per l’allocazione non equa delle risorse naturali, per l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, per il degrado dell’ecosistema, per la scarsità dell’energia, per i cambiamenti climatici, per il potenziale di una guerra nucleare e altri fattori tra loro collegati“.
Il documento consegnato al FWS continua sostenendo che “la crisi finanziaria globale dal 2007-08 ha distrutto molti mezzi di sussistenza lavoro, reddito, flussi di fatturato, risparmi pensionistici ed ha creato eventi politici e sociali, come proteste, violenze, rivoluzioni e repressioni militari, che hanno causato e continuano a provocare molte morti”.
Per l’associazione TAE Community “la mancanza di accesso all’acqua pulita, al cibo adeguato e all’assistenza sanitaria di base contribuiscono poi anch’essi a molte morti ogni anno. In questo contesto, il settore bancario globale agisce alla stregua di un predatore della specie umana, che non conosce limiti di frequenza e di intensità nella sua attività predatoria”.
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