L’agenzia per le Entrate fa sempre più attenzione alle notizie che circolano sui social network , anzi, alcune indagini partono da lì.
Vantarsi su Facebook con gli amici di quanto ci si sia concessi o regalato può essere una tentazione alla quale in pochi sanno resistere. Il problema è che il web non sa cosa siano i segreti e non li sa mantenere. Chissà dove arrivano queste informazioni… A volte queste informazioni arrivano fino agli uomini dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di Finanza, che hanno cominciato a leggerli anche se con occhi diversi.
Le indagini tributarie da sempre si avvalgono di una pluralità di fonti e informazioni acquisite anche in modo non rituale. Queste notizie possono essere utilizzate come innesco per un’attività di indagine vera e propria. Una volta si sfogliavano le riviste patinate o i quotidiani. Oggi, invece,tutto è reso molto più facile grazie ad internet. Sono già numerosi i casi di accertamenti effettuati partendo proprio dalle numerose applicazioni disponibili sul web.
In una circolare della Guardia di finanza di due anni fa, c’era un paragrafo dedicato all’attività di intelligence, dove si precisava l’esigenza di «una sistematica ricognizione di tutte le fonti aperte che riguardano il contesto territoriale per selezionare gli accadimenti di più evidente interesse economico-fiscale, facendo un elenco esemplificativo di organi di informazione, siti internet di enti o organismi locali presenti sul territorio.
Fino a pochi anni fa Facebook era ancora poco conosciuto e utilizzato, mentre oggi è estremanente diffuso, in tutti i ceti sociali, e le possibili informazioni utilizzabili ai fini fiscali presenti in rete sono pressoché illimitate.
Nei giorni scorsi il direttore dell’Agenzia delle entrate ha lasciato intendere che proprio sul rapporto tra fisco e social network sono in arrivo novità che potrebbero cambiare gli atteggiamenti dei contribuenti italiani, come peraltro è già avvenuto per quelli dei paesi più evoluti, Stati Uniti in testa.
Il social network non solo è utile per il fisco. Il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, reso noto che con Google Earth è possibile localizzare qualsiasi persona in ogni parte del mondo senza necessità di alcuna autorizzazione giudiziaria.
In un processo Facebook ha consentito addirittura di individuare l’assassino, ed in un altro di localizzare il covo dove si nascondevano i killer.
Nonostante tutto, la tentazione di postare foto e notizie succulenti per le indagini resterà irresistibile per molti.
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