Il triste rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti di giugno è posto al centro dell’attenzione a Wall Street, ma il rischio maggiore per l’economia globale potrebbe essere la crisi del debito diffondendo panico in Europa. I debiti che hanno costretto la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo a cercare aiuti, il resto degli americani temono che tocchi anche l’Italia, conseguentemente gli investitori richiedono tassi di interesse sempre più elevati sui titoli di Stato italiani.
Il rendimento dei titoli italiani di due anni aveva un rendimento del 3,04%, mentre i tassi al quinto anno consecutivo era fino al 3,32%, mentre venerdì è salito al 3,51%.
Allo stesso tempo, anche i tassi spagnoli a due anni sui rendimenti dei titoli di Stato erano al 3,35% il Lunedi, il 3,66% il Giovedì, per poi balzare al 3,77% il Venerdì.
C’è il presupposto che lo stato Greco debba dare qualche tipo di concessione agli obbligazionisti privati per tenere a galla la Grecia, con il timore che anche gli obbligazionisti portoghesi ed irlandesi chiedano lo stesso tipo di concessione. La scorsa settimana anche il debito del Portogallo è stato declassato.
Questa settimana, a proposito della salute finanziaria della Spagna e dell’Italia, sono stati colpiti i mercati di questi paesi con forza crescente. Il mercato azionario italiano è sceso del 3,5% Venerdì, portando il calo dell’intera settimana al 7,2%. A Wall Street, l’equivalente dell’indice Dow è crollato di 900 punti. Indice azionario principale della Spagna ha ceduto il 2,5% Venerdì, ma sceso del 5,3% nella settimana.
Le preoccupazioni sulla salute delle banche italiane hanno costretto Mario Draghi a capo della Banca d’Italia a difendere pubblicamente le istituzioni finanziarie italiane. Ha detto che era sicuro che avrebbe passato una nuovo “stress test”, che ha determinare la capacità delle banche a far fronte alla crisi economica.
Provvedere ad un fermo per la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo era alla nelle capacità di azione dei paesi dell’eurozona, da una prospettiva economica, ma la Spagna e l’Italia sono in una posizione diversa, perché insieme rappresentano il 28% del PIL dell’eurozona, e il 32% dello stock del debito pubblico dell’Eurozona.
Ci sono mal pensanti che, mettono l’Italia tra i paesi a rischio, nonostante ci sia un piano di pareggio nei prossimi anni che dovrebbe invece risultare come una garanzia del buon funzionamento del paese. Questi malpensanti vedono solo la lontana possibilità di un andamento fallimentare sia per l’Italia che per la Spagna, vedendolo come un problema che l’Europa avrebbe difficoltà a risolvere.
L’euro è sceso dello 0,7% passando da 1,436 dollari di giovedì all’1,426 dollari di Venerdì, mentre il dollaro era di ben 1,454 lo scorso lunedi.
Gli investitori globali si sono precipitati sui buoni del tesoro per maggior sicurezza, una mossa incoraggiata dal tetro rapporto sull’occupazione USA, il rendimento dei due anni inoltreè scivolato al 0,39% dal 0,47% giovedì, mentre quello a 10 anni è sceso al 3,02% dal 3,14%.
L’oro ha anche attirato gli investitori irrequieti, vicini ai futures che a New York è salito a 1,541.20 $ l’oncia, due settimane che resta ad una quotazione alta.
Le borse europee hanno cancellato i loro guadagni, snellendo un secondo anticipo settimanale per l’Europa l’indice Stoxx 600, prima che un rapporto del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti mostrassero l’andamento dell’occupazione nel mese di giugno.
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