Una nuova azienda piccola in base a Odessa, in Florida, ha appena fatto un passo importante verso un rivoluzionario modo di immagazzinare l’energia.
Il problema con energie rinnovabili è sempre stata la nostra incapacità tecnica ad immagazzinare grandi quantità dell’energia generata, una lacuna ben nota a qualsiasi azienda di produzione di energia elettrica. Il costo delle energie rinnovabili, come l’energia solare ed eolica, potrebbe scendere drasticamente, rendendole concorrenti sempre più valide nel mercato energetico.
Questo è soprattutto vero per l’energia solare, che è disponibile, ovviamente, solo quando c’è il sole. In tutti questi anni i tecnici si sono sempre chiesti come poter immagazzinare l’energia prodotta per renderla disponibile nel momento del bisogno, in un modo economicamente valido.
Ecco spiegato perché il mercato delle batterie è diventato fondamentale per il settore energetico. Analisti, investitori, scienziati e tecnici si sono concentrati nel miglioramento di accumulatori e batterie, al fine di poter mantenere il potere energetico. Al momento, però, non esiste nulla di simile. Questa sarebbe un’invenzione che potrebbe cambiare il modo di fare quasi tutto nel campo tecnico.
L’americana Dais Analitica Corp ha finalmente ottenuto un brevetto per quello che definisce un “ultracapacitor nanoparticelle” ovvero una batteria con nanoparticelle. Il dispositivo utilizzato dalla società, con i materiali nanostrutturati per creare un meccanismo di accumulo dell’energia che prevede grandi vantaggi, sia in termini di prestazioni che di costi, rispetto alle tecnologie di esistenti di immagazinaggio dell’energia.
La chiave è il metodo di ricerca che si sta utilizzando, che gli osservatori hanno definito la più importante delle scoperte attuali, le nanotecnologie. Questo non è mica fantascienza. Per oltre un decennio, i laboratori di tutto il mondo hanno spinto la ricerca delle nanotecnologie, per impiegarle nei modi più disparati. Nel caso dell’azienda americana della Dais, le nanotecnologie hanno significato creare batterie più leggere, ma con una elevata densità di energia e capacità. Nell’ambito di un accordo di prova di collaborazione con l’Università della Florida, l’azienda ha sviluppato una nuova generazione FESP, prototipo funzionale accumulo di energia, chiamato NanoCap. NanoCap è un tipo di super pila per lo stoccaggio di unità di energia.
Secondo il sito web della società, le funzioni di NanoCap sono diverse rispetto ad una batteria tradizionale perché NanoCap memorizza una carica elettrica, non l’energia chimica. NanoCap ha una maggiore capacità di ciclo e ciò ne aumenta l’efficienza e ne riduce significativamente il peso. Questa nuova tecnologia consente di erogare una maggiore potenza ed una maggiore energia. NanoCap fa tutto ciò mantenendo un costo uguale o addirittura inferiorea qualsiasi altra batteria sul mercato.
Quando questa tecnologia sarà completamente sviluppata ed applicata, manterrà la promessa di un utilizzo diffuso, per alimentare una vasta gamma di applicazioni. NanoCap manifesta un significativo potenziale per fornire soluzioni a lungo termine per problemi di infrastrutture energetiche. Questa tecnologia riesce ad immagazzinare ed a rifornire quest’energia immagazzinata, senza richiedere l’uso di fonti di energia che contribuiscano a un impatto ambientale negativo, risultando a maggiore efficienza energetica e più pulita, auspicabile e molto redditizia. Siamo ancora a livello sperimentale, eppure sembra abbastanza matura per investire. C’è ancora molto che deve essere fatto nella ricerca e nello studio per le applicazioni, prima NanoCap abbia un reale profitto potenziale e vederne l’impatto sul mercato finale.
Ma per ora, la società (come sempre in questi grandi progetti di ricerca e sviluppo) è in perdita e continuerà ad esserlo ancora per qualche tempo a venire.
Nonostante la promessa tecnologica, questo il mercato non è come una corsia di un supermercato dove basta allungare la mano per comprare. Per prima cosa, questa azienda è ultra piccola, con una capitalizzazione di mercato di appena 8 milioni di dollari. Ci sono anche problemi di liquidità. Volume degli scambi nei mercati è spesso troppo basso per vendere le azioni, anche quando sia giustificato. Inoltre, come con tutti gli stock, qualsiasi interesse di acquisto distorcerà il prezzo del mercato per questa azienda. Ciò significa che i primi acquirenti, otterranno un prezzo decente, ma che il prezzo si muoverà in fretta, oltre i livelli giustificati, per la gente che stia cercando di ottenere azioni dell’azienda, in rapida successione, il prezzo dell’azione precipiterà.
Quest’azienda è ai margini della scoperta scientifica. Ma non è ancora un obiettivo giustificato per gli investitori al dettaglio. Ancora, per quelli cui interessa, potete trovare il testo completo del brevetto (US Patent Number 7990679) presso lo United States Patent & Trademark Office e sito web: http://patft.uspto.gov/netahtml/PTO/srchnum.htm
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