“Vogliono mettere le mani sulla banca”, aveva gridato l’allora a.d. Di Unicredit Alessandro Profumo quando era stato defenestrato dal vertice dell’istituto di credito a settembre scorso. In quel momento era difficile capire a cosa si riferisse.
Ora leggendo, secondo quanto scrive il quotidiano La Repubblica, le intercettazioni tra Luigi Bisignani (il faccendiere arrestato e coinvolto nell’inchiesta sulla P4), Enrico Tommaso Cucchiani, Fabrizio Palenzona e altri banchieri si comincia a capire qualcosa.
La “congiura” contro Profumo potrebbe essere stata messa in atto verso la meta’ di agosto quando Bisignani ha ospiti a cena presso la sua villa di Ansedonia, Palenzona e Manfredi Lefevre D’Ovidio. Viene invitato anche Massimo Tosato, ma non puo’ partecipare. Il 7 settembre Cucchiani, presidente di Allianz Italia e consigliere di Unicredit riferisce a Bisignani il contenuto di un’agenzia da Londra: “il problema non sono i libici, ma Profumo”. Lo stesso giorno Bisignani parla con Cucchiani e gli dice: “il mio amico, quello grosso e’ decisissimo, ha parlato con tutti”. Cucchiani rimane prudente e risponde: “un conto sono le soluzioni che vanno bene al ciccione piuttosto che alle fondazioni e un conto e’ quello che pensa il mercato”.
E dopo aver fatto fuori Profumo si pensa al successore. Palenzona e Bisignani vorrebbero Andrea Nicastro, Dieter Rampl punta su Sergio Ermotti. Alla fine si decide per Federico Ghizzoni: “quello dell’estero con sotto due amministratori delegati come Nicastro e Fiorentino”, ma la scelta non accontenta nessuno. Bisignani dice: “stanno mettendo uno veramente di nessuno spessore”.
fonte dati MF-Dj
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